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NEWS - Marte, trovati potenziali segnali di vita: molecole di carbonio nel cratere Jezero
10.09.2025 21:14 di Napoli Magazine
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La ricerca di tracce di vita oltre la Terra compie un passo avanti significativo. La Nasa ha annunciato che il rover Perseverance, in missione su Marte dal 2021, ha individuato nel cratere Jezero composti organici e minerali che, sulla Terra, sono spesso associati ad ambienti favorevoli alla vita microbica. La scoperta, pubblicata su Nature, riguarda in particolare molecole di carbonio, vivianite e greigite, elementi che potrebbero avere origine biologica o geochimica. Gli studiosi parlano di “possibili biofirme”, sottolineando che solo future analisi in laboratorio potranno chiarire se si tratti davvero di indizi di antichi microbi marziani o di processi non biologici.

Il cratere Jezero è stato scelto come sito di atterraggio per Perseverance perché conserva tracce di un antico delta fluviale. Gli scienziati ritengono che miliardi di anni fa fosse un bacino lacustre alimentato da corsi d'acqua, con condizioni ideali per la sedimentazione di argille e minerali. Proprio in questi strati si celano le testimonianze del passato climatico e geologico di Marte. Dal suo arrivo, Perseverance ha raccolto trenta campioni, custoditi in provette di titanio, destinati a una futura missione di ritorno sulla Terra.

La scoperta riguarda i materiali provenienti dalla zona chiamata Bright Angel, un'area di sedimenti rossastri che si è formata attraverso depositi di fango e argilla trasportati dall'acqua. Nel 2024 il rover ha prelevato il campione denominato "Sapphire Canyon", contenente tracce chimiche considerate particolarmente interessanti. Grazie al braccio robotico e agli strumenti di bordo, Perseverance ha potuto analizzare la composizione delle rocce e conservare la polvere marziana per future indagini.

I dati raccolti mostrano la presenza di molecole organiche a base di carbonio e di minerali come la vivianite (fosfato di ferro) e la greigite (solfuro di ferro). Sulla Terra, queste sostanze sono spesso associate ad ambienti acquatici e a processi biologici di microrganismi che si nutrono di materia organica. L'associazione tra carbonio e questi minerali rende il campione uno dei più promettenti mai individuati su Marte. Tuttavia, le stesse molecole possono anche formarsi attraverso reazioni puramente chimiche, senza alcun intervento biologico.

Gli studiosi definiscono i materiali raccolti da Perseverance come "possibili biofirme". In un articolo pubblicato su Nature, gli autori precisano: "Queste rocce sono particolarmente interessanti perché contengono carbonio e minerali che potrebbero essersi formati in condizioni abitabili. Ma sono necessarie ulteriori conferme". Joel Hurowitz, primo autore dello studio e docente alla Stony Brook University, ha dichiarato: "Non possiamo dire di avere trovato la vita su Marte. Una delle possibili spiegazioni è la presenza di microbi antichi, ma esistono anche scenari alternativi non biologici".

Le fotografie e le analisi microscopiche mostrano la presenza di formazioni eterogenee battezzate dagli scienziati "poppy seeds" e "leopard spots". Queste strutture, simili a granuli e macchie, presentano concentrazioni di carbonio e minerali compatibili con processi biologici. In un'area soprannominata "Apollo Temple" si è osservata la massima concentrazione di vivianite e greigite in combinazione con molecole organiche, un dato che ricorda analoghi ambienti terrestri caratterizzati da attività microbica.

La missione Perseverance è coordinata dalla Nasa con la collaborazione di centri di ricerca e università di tutto il mondo. Lo studio pubblicato su Nature porta la firma di un team internazionale di scienziati, con il contributo anche dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) italiano. La partecipazione della comunità scientifica europea testimonia l'importanza globale della ricerca astrobiologica e il crescente interesse verso l'ipotesi che Marte abbia ospitato condizioni favorevoli alla vita.

L'obiettivo principale della missione Perseverance è raccogliere campioni da riportare sulla Terra per un'analisi completa. Tuttavia, il progetto Mars Sample Return, che dovrebbe consentire il trasferimento dei materiali, è attualmente in stallo per i costi stimati attorno agli 11 miliardi di dollari. La Nasa ha ipotizzato un rinvio agli anni '40, una tempistica che ha suscitato preoccupazione nella comunità scientifica. La scoperta annunciata oggi potrebbe contribuire a rilanciare il progetto, considerata la sua importanza strategica.

Secondo molti esperti, il risultato ottenuto da Perseverance rappresenta uno degli indizi più forti mai raccolti sull'esistenza di condizioni abitabili su Marte. Non si tratta di una prova definitiva, ma di un passo cruciale che orienta le future missioni e gli studi astrobiologici. Dimostrare l'origine biologica delle molecole di carbonio significherebbe provare che la vita non è un fenomeno esclusivo della Terra, aprendo scenari inediti per l'esplorazione spaziale e la comprensione dell'universo.

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NEWS - Marte, trovati potenziali segnali di vita: molecole di carbonio nel cratere Jezero

di Napoli Magazine

10/09/2025 - 21:14

La ricerca di tracce di vita oltre la Terra compie un passo avanti significativo. La Nasa ha annunciato che il rover Perseverance, in missione su Marte dal 2021, ha individuato nel cratere Jezero composti organici e minerali che, sulla Terra, sono spesso associati ad ambienti favorevoli alla vita microbica. La scoperta, pubblicata su Nature, riguarda in particolare molecole di carbonio, vivianite e greigite, elementi che potrebbero avere origine biologica o geochimica. Gli studiosi parlano di “possibili biofirme”, sottolineando che solo future analisi in laboratorio potranno chiarire se si tratti davvero di indizi di antichi microbi marziani o di processi non biologici.

Il cratere Jezero è stato scelto come sito di atterraggio per Perseverance perché conserva tracce di un antico delta fluviale. Gli scienziati ritengono che miliardi di anni fa fosse un bacino lacustre alimentato da corsi d'acqua, con condizioni ideali per la sedimentazione di argille e minerali. Proprio in questi strati si celano le testimonianze del passato climatico e geologico di Marte. Dal suo arrivo, Perseverance ha raccolto trenta campioni, custoditi in provette di titanio, destinati a una futura missione di ritorno sulla Terra.

La scoperta riguarda i materiali provenienti dalla zona chiamata Bright Angel, un'area di sedimenti rossastri che si è formata attraverso depositi di fango e argilla trasportati dall'acqua. Nel 2024 il rover ha prelevato il campione denominato "Sapphire Canyon", contenente tracce chimiche considerate particolarmente interessanti. Grazie al braccio robotico e agli strumenti di bordo, Perseverance ha potuto analizzare la composizione delle rocce e conservare la polvere marziana per future indagini.

I dati raccolti mostrano la presenza di molecole organiche a base di carbonio e di minerali come la vivianite (fosfato di ferro) e la greigite (solfuro di ferro). Sulla Terra, queste sostanze sono spesso associate ad ambienti acquatici e a processi biologici di microrganismi che si nutrono di materia organica. L'associazione tra carbonio e questi minerali rende il campione uno dei più promettenti mai individuati su Marte. Tuttavia, le stesse molecole possono anche formarsi attraverso reazioni puramente chimiche, senza alcun intervento biologico.

Gli studiosi definiscono i materiali raccolti da Perseverance come "possibili biofirme". In un articolo pubblicato su Nature, gli autori precisano: "Queste rocce sono particolarmente interessanti perché contengono carbonio e minerali che potrebbero essersi formati in condizioni abitabili. Ma sono necessarie ulteriori conferme". Joel Hurowitz, primo autore dello studio e docente alla Stony Brook University, ha dichiarato: "Non possiamo dire di avere trovato la vita su Marte. Una delle possibili spiegazioni è la presenza di microbi antichi, ma esistono anche scenari alternativi non biologici".

Le fotografie e le analisi microscopiche mostrano la presenza di formazioni eterogenee battezzate dagli scienziati "poppy seeds" e "leopard spots". Queste strutture, simili a granuli e macchie, presentano concentrazioni di carbonio e minerali compatibili con processi biologici. In un'area soprannominata "Apollo Temple" si è osservata la massima concentrazione di vivianite e greigite in combinazione con molecole organiche, un dato che ricorda analoghi ambienti terrestri caratterizzati da attività microbica.

La missione Perseverance è coordinata dalla Nasa con la collaborazione di centri di ricerca e università di tutto il mondo. Lo studio pubblicato su Nature porta la firma di un team internazionale di scienziati, con il contributo anche dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) italiano. La partecipazione della comunità scientifica europea testimonia l'importanza globale della ricerca astrobiologica e il crescente interesse verso l'ipotesi che Marte abbia ospitato condizioni favorevoli alla vita.

L'obiettivo principale della missione Perseverance è raccogliere campioni da riportare sulla Terra per un'analisi completa. Tuttavia, il progetto Mars Sample Return, che dovrebbe consentire il trasferimento dei materiali, è attualmente in stallo per i costi stimati attorno agli 11 miliardi di dollari. La Nasa ha ipotizzato un rinvio agli anni '40, una tempistica che ha suscitato preoccupazione nella comunità scientifica. La scoperta annunciata oggi potrebbe contribuire a rilanciare il progetto, considerata la sua importanza strategica.

Secondo molti esperti, il risultato ottenuto da Perseverance rappresenta uno degli indizi più forti mai raccolti sull'esistenza di condizioni abitabili su Marte. Non si tratta di una prova definitiva, ma di un passo cruciale che orienta le future missioni e gli studi astrobiologici. Dimostrare l'origine biologica delle molecole di carbonio significherebbe provare che la vita non è un fenomeno esclusivo della Terra, aprendo scenari inediti per l'esplorazione spaziale e la comprensione dell'universo.