Quanti chilometri dividono Ponte Lambro da Tokyo? Iliass Aouani li ha percorsi idealmente tutti, fino al bronzo Mondiale della maratona conquistato questa notte. "E' la medaglia delle case popolari, mio padre in cantiere sarà fiero", dice il fondista azzurro al termine della gara che ha chiuso sulla pista dello stadio olimpico della capitale giapponese tentando un inutile sprint l'oro, ma festeggiando il bronzo avvolto nel tricolore. Nato in Marocco, ai piedi del medio Atlante, a due anni si é trasferito in Italia con la famiglia. Primo di cinque figli e unico non nato in Italia, col tricolore sulle spalle e il bronzo mondiale al collo si é dichiarato "orgogliosamente italiano".
La corsa cominciata quando aveva 15 anni lo ha "salvato", come ha raccontato mesi fa, nella periferia sud-est di Milano che per anni é stata simbolo delle difficoltà urbane. Ma lungo i 42 chilometri corsi a Tokyo dal suo figlio adottivo, sono diventati un orgoglio da sbandierare. "Questa é la medaglie delle case popolari", la dedica a caldo di Aouani, emigrato per la seconda volta a 18 anni per andare a studiare negli Usa e conseguire la laurea in ingegneria, ma a Ponte Lambro torna tutte le volte che rientra in Italia, a casa dalla sua famiglia. Il bronzo del trentenne azzurro é il quarto podio dell'Italia ai Mondiali di Tokyo, dopo gli argenti di Palmisano e Battocletti e il terzo posto di Fabbri, e riporta l'azzurro sul podio della maratona mondiale 22 anno dopo Baldini a Parigi. È il coronamento di una stagione fantastica per il milanese, campione europeo in carica che ha trionfato ad aprile nella prima edizione degli Europei di corsa su strada a Lovanio, in Belgio, e ora riesce a salire anche sul podio iridato. Vince il tanzaniano Alphonce Simbu al fotofinish con una volata mozzafiato, in rimonta sul tedesco Amanal Petros che era in testa all'ingresso nello stadio (2h09'48" il crono per entrambi) in un terzetto composto anche dall'azzurro (2h09'53"). In una gara tattica, Aouani ha corso con grande lucidità per gestire le insidie del clima umido nella mattinata giapponese, oltre che degli avversari: all'inizio resta in controllo nel folto gruppo, che conta ben 15 atleti al 35mo km e si assottiglia progressivamente, dopo un passaggio di 1h05'19" alla mezza. Poi il 29enne delle Fiamme Azzurre, bandana nera sotto il cappellino bianco, comincia ad affacciarsi nelle posizioni di vertice quando comanda l'ugandese Abel Chelangat.
Cinque atleti si giocano il titolo all'ultimo chilometro in un finale palpitante: detta il ritmo Simbu, cede Chelangat (quinto in 2h10'11") come l'israeliano Haimro Alame (quarto con 2h10:03), rimane un terzetto per le medaglie con Petros che sembra lanciato verso l'oro prima di venire beffato proprio sul traguardo. "È uno di quei momenti che si sognano per tutta la vita - racconta con emozione Aouani - e sono stato folle da sognare in grande. Una medaglia che mi rende orgoglioso ma non appaga la mia fame". "Non importa se qualcuno per il mio nome dirà che sono un marocchino 'prestato' - risponde ad una domanda - io mi sento orgogliosamente italiano e dico grazie all'Italia, il mio Paese che mi ha dato tanto. Sono grato per chi ha creduto in me, felice di alzare il tricolore, di aver dato prestigio all'Italia e di aver reso felici tante persone: la mia famiglia, il coach Massimo Magnani e tutto lo staff che mi segue". "Al quindicesimo chilometro - il racconto di Aouani - affioravano voci della mia parte oscura che mi vuole far mollare, però le ho messe subito a tacere. Intorno a metà gara, a uno spugnaggio, ho perso una delle due lenti a contatto ma mi sono detto che me ne poteva bastare una. Sono entrato nello stadio ed è stato bellissimo, puntavo all'oro, ma gli altri stati più bravi di me". Il bronzo di Aouani é una medaglia fatta di fatica e resilienza. "Non sono un tipo speciale, ma so rialzarmi tutte le volte che cado - dice - L'anno scorso ho vissuto la delusione di non essere stato convocato per le Olimpiadi, gli ultimi due mesi sono stati molto complicati, anche per qualche infortunio. Questo bronzo arriva dal nulla, dalle case popolari di Ponte Lambro, e spero che la mia storia sia di ispirazione per tutti: quando ci credi abbastanza, i sogni si possono realizzare. Mio padre sta per andare a lavorare in cantiere e sarà fiero di me. In questa medaglia c'è di tutto: momenti di delusione in cui volevo mollare, lacrime versate in macchina da solo, ma ce l'ho fatta".
di Napoli Magazine
15/09/2025 - 13:36
Quanti chilometri dividono Ponte Lambro da Tokyo? Iliass Aouani li ha percorsi idealmente tutti, fino al bronzo Mondiale della maratona conquistato questa notte. "E' la medaglia delle case popolari, mio padre in cantiere sarà fiero", dice il fondista azzurro al termine della gara che ha chiuso sulla pista dello stadio olimpico della capitale giapponese tentando un inutile sprint l'oro, ma festeggiando il bronzo avvolto nel tricolore. Nato in Marocco, ai piedi del medio Atlante, a due anni si é trasferito in Italia con la famiglia. Primo di cinque figli e unico non nato in Italia, col tricolore sulle spalle e il bronzo mondiale al collo si é dichiarato "orgogliosamente italiano".
La corsa cominciata quando aveva 15 anni lo ha "salvato", come ha raccontato mesi fa, nella periferia sud-est di Milano che per anni é stata simbolo delle difficoltà urbane. Ma lungo i 42 chilometri corsi a Tokyo dal suo figlio adottivo, sono diventati un orgoglio da sbandierare. "Questa é la medaglie delle case popolari", la dedica a caldo di Aouani, emigrato per la seconda volta a 18 anni per andare a studiare negli Usa e conseguire la laurea in ingegneria, ma a Ponte Lambro torna tutte le volte che rientra in Italia, a casa dalla sua famiglia. Il bronzo del trentenne azzurro é il quarto podio dell'Italia ai Mondiali di Tokyo, dopo gli argenti di Palmisano e Battocletti e il terzo posto di Fabbri, e riporta l'azzurro sul podio della maratona mondiale 22 anno dopo Baldini a Parigi. È il coronamento di una stagione fantastica per il milanese, campione europeo in carica che ha trionfato ad aprile nella prima edizione degli Europei di corsa su strada a Lovanio, in Belgio, e ora riesce a salire anche sul podio iridato. Vince il tanzaniano Alphonce Simbu al fotofinish con una volata mozzafiato, in rimonta sul tedesco Amanal Petros che era in testa all'ingresso nello stadio (2h09'48" il crono per entrambi) in un terzetto composto anche dall'azzurro (2h09'53"). In una gara tattica, Aouani ha corso con grande lucidità per gestire le insidie del clima umido nella mattinata giapponese, oltre che degli avversari: all'inizio resta in controllo nel folto gruppo, che conta ben 15 atleti al 35mo km e si assottiglia progressivamente, dopo un passaggio di 1h05'19" alla mezza. Poi il 29enne delle Fiamme Azzurre, bandana nera sotto il cappellino bianco, comincia ad affacciarsi nelle posizioni di vertice quando comanda l'ugandese Abel Chelangat.
Cinque atleti si giocano il titolo all'ultimo chilometro in un finale palpitante: detta il ritmo Simbu, cede Chelangat (quinto in 2h10'11") come l'israeliano Haimro Alame (quarto con 2h10:03), rimane un terzetto per le medaglie con Petros che sembra lanciato verso l'oro prima di venire beffato proprio sul traguardo. "È uno di quei momenti che si sognano per tutta la vita - racconta con emozione Aouani - e sono stato folle da sognare in grande. Una medaglia che mi rende orgoglioso ma non appaga la mia fame". "Non importa se qualcuno per il mio nome dirà che sono un marocchino 'prestato' - risponde ad una domanda - io mi sento orgogliosamente italiano e dico grazie all'Italia, il mio Paese che mi ha dato tanto. Sono grato per chi ha creduto in me, felice di alzare il tricolore, di aver dato prestigio all'Italia e di aver reso felici tante persone: la mia famiglia, il coach Massimo Magnani e tutto lo staff che mi segue". "Al quindicesimo chilometro - il racconto di Aouani - affioravano voci della mia parte oscura che mi vuole far mollare, però le ho messe subito a tacere. Intorno a metà gara, a uno spugnaggio, ho perso una delle due lenti a contatto ma mi sono detto che me ne poteva bastare una. Sono entrato nello stadio ed è stato bellissimo, puntavo all'oro, ma gli altri stati più bravi di me". Il bronzo di Aouani é una medaglia fatta di fatica e resilienza. "Non sono un tipo speciale, ma so rialzarmi tutte le volte che cado - dice - L'anno scorso ho vissuto la delusione di non essere stato convocato per le Olimpiadi, gli ultimi due mesi sono stati molto complicati, anche per qualche infortunio. Questo bronzo arriva dal nulla, dalle case popolari di Ponte Lambro, e spero che la mia storia sia di ispirazione per tutti: quando ci credi abbastanza, i sogni si possono realizzare. Mio padre sta per andare a lavorare in cantiere e sarà fiero di me. In questa medaglia c'è di tutto: momenti di delusione in cui volevo mollare, lacrime versate in macchina da solo, ma ce l'ho fatta".